La storia di Dorian Gray, un giovane dalla bellezza straordinaria che si perde nella vanità e nel culto della propria immagine, prende vita in un allestimento teatrale capace di sottolineare il conflitto tra estetica e moralità. Il giovane Dorian, dopo aver ricevuto in dono il ritratto di Basil, desidera rimanere per sempre giovane e bello, ma la sua richiesta non farà altro che condurlo a una discesa verso la corruzione dell’anima, mentre il ritratto diventerà testimone della sua decadenza interiore.
La messinscena di Raimondi riesce a trasmettere l’angoscia e la solitudine di un personaggio che, pur cercando la perfezione esteriore, si allontana sempre più dalla propria umanità. Il teatro diventa così lo specchio di una realtà disturbante, in cui il prezzo della bellezza è pagato con la perdita di sé.
Di Oscar Wilde. Drammaturgia e regia di Annig Raimondi. Con Alessandro Pazzi, Stefano Tirantello e Anna Germani.